giovedì 26 agosto 2010

L'intervento di Sergio Marchionne al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione

"Vi confesso che l’intervento che avevo preparato per voi era molto diverso da quello che invece sentirete.

Avrei voluto parlarvi dei grandi temi su cui la nostra società – qualunque società che voglia davvero definirsi giusta – ha il dovere di interrogarsi.

Avrei voluto riflettere sul senso della globalizzazione, quando porta benefici reali alle nostre vite; e sul non-senso della globalizzazione stessa, quando non ha nulla da offrire a chi è devastato dalla violenza della povertà.

Avrei voluto raccontarvi di quando, undici anni fa, ho avuto la fortuna di incontrare Nelson Mandela, a Davos.

Avrei voluto condividere con voi le questioni più spinose con le quali l’umanità si deve confrontare:
  • come sia possibile restare indifferenti di fronte allo scandalo della distribuzione della ricchezza mondiale;
  • come sia possibile parlare di sviluppo e benessere se gran parte della nostra società non ha nulla da mettere in gioco al di fuori della propria vita.
Volevo affrontare questi temi con voi perché siete giovani e avete in mano il futuro.

Ma non posso ignorare l’importanza di quello che sta succedendo in Italia, collegato alle vicende dello stabilimento di Melfi, e la gravità delle accuse che ho sentito muovere verso la Fiat."
Peccato, avrei preferito che parlasse proprio dello scandalo della distribuzione della ricchezza mondiale. Il resto dell'intervento è dedicato alla sua storia personale (emigrato dall'Abruzzo, ecc.), ai valori forti della Fiat, a prediche sulla libertà e la passione e al fatto che gli operai devono ubbidire smetterla di credere che i loro interessi siano opposti a quelli dei padroni.

Nel finale augura agli spettatori di diventare come i dirigenti della Fiat, "uomini e donne di virtù".

Testo integrale qui: pdf.

E manderò "Vi confesso che l'intervento che avevo preparato è identico a quello che sentirete" al blog dei luoghi comuni all'incontrario.

2 commenti:

  1. e tutto un vorrei ma non posso, signora mia. Tremonti, in un certo senso, fa lo stesso, è il filosofo del nulla sui giornali e nei convegni, il praticone di vecchio stampo quando fa il Ministro.
    Il blog dei luoghi comuni all'incontrario non lo conoscevo.

    RispondiElimina
  2. Non lo conoscevo neppure io, figurati che l'ho scoperto sul Sole 24 Ore (dove presentavano il libro). D'altra parte si sa che in Italia i blog più belli sono poco famosi.

    RispondiElimina