I talebani contestano l'assegnazione del Nobel per la pace a Barack Obama:
"In un'intervista alla Afghan Islamic Press (AIP) sull'assegnazione del Nobel per la pace al presidente americano Obama, il portavoce dei talebani Zabihollah Mojahed ha dichiarato che Obama sta seguendo la strada di Bush e quindi non è corretto premiarlo con il Nobel per la pace [...]. Condanniamo fortemente questo atto, ha dichiarato" (via Juan Cole).
Antonio D'Orrico, critico letterario del Corriere e grande sostenitore di Federico Moccia, contesta l'assegnazione del Nobel per la letteratura a Herta Muller:
"E' la conferma che non va dato più nessun valore a questo premio. La Müller è una perfetta sconosciuta, non è assolutamente un'autrice da Nobel [...]. Se penso ai primi 5.000 autori contemporanei al mondo, lei non c'è!" (via Affari Italiani).
Dunque D'Orrico è uno capace di pensare a 5.000 facce insieme in una vertiginosa panoramica, dare un rapido sguardo e dirsi no, la Muller non c'è! Che invidia!
RispondiEliminaPiù che un occhio fino, D'Orrico deve essere un occhio che scorre veloce. Ciò può spiegare qualcosa.
RispondiEliminaAl di là degli alti lai di un qualsiasi D'Orrico e ben conscio dell'esistenza di più autori meritevoli di nobel di quanti sia possibile onorare con un singolo premio annuale (vedi Cabibbo e Maiani per la fisica), personalmente sono orripilato dalla consapevolezza che Neruda si, Borges no.
RispondiEliminaCiò solleva poi una domanda a mio avviso non troppo peregrina: alla fine della fiera qual'è l'effettivo valore aggiunto che rende il Nobel "l'encomio supremo del mondo odierno" rispetto al restante fottilione di premi?
Il valore aggiunto è zero. Ci deve essere un istinto umano, che probabilmente dividiamo con le scimmie, a dividere i nostri simili in alpha, beta e via via a scendere. Una volta che il premio è socializzato come "encomio supremo" (e può bastare avviarlo con un bell'assegnone), i vincitori acquistano l'aura degli esemplari alpha. Quelli che vincono gli altri premi sono beta o peggio. Non c'è niente nel meccanismo che richieda che il premio vada agli autori migliori.
RispondiEliminaMi sono spiegato male, non contesto il prestigio degli insigniti del premio. Quando mi chiedo perchè il Nobel sia considerato superiore agli altri mi riferisco al premio stesso, non al premiato.
RispondiEliminaConfido che il valore aggunto del Nobel non sia nei dieci milioni di Kronor, pur concreti e rispettabili; in caso contrario non vedo cosa impedirà, in un inquietante futuro, l'egemonia di un Premio Berlusconi (Milano due in vita, Nobel due da trapassato) con una borsa di valore doppio o superiore a oscurarne il primato.
Così imparano a non premiarlo.
Avevo capito, ma mi sono spiegato male io. Intendevo che il Nobel soddisfa il becero e fortissimo bisogno umano di dire "questo è un grande, questo no". Una volta che un premio si installa in questo ruolo inizia un circolo vizioso fra prestigio (acquisito) dei premiati e prestigio del premio, prestigio che alla fine si sgancia dai motivi storici che inizialmente lo hanno lanciato (assegnone) e dal valore degli eletti (comunque poco misurabile, almeno in letteratura).
RispondiEliminaQuindi il premio Berlusconi, sia pure ricchissimo, non avrebbe chances di scalzare il Nobel, a meno che non si dedichi a discipline scoperte da premi. Che so, i premi Berlusconi per la pittura, l'architettura, la matematica, la filosofia e, naturalmente, la libertà.
Spero che non ci stia leggendo.
Concordo ma non mi soddisfa troppo come soluzione: Fatico a convincermi che non esistano altri premi dotati di storia, prestigio e forse meno afflitti da controversie.
RispondiEliminaPrima o poi dovrò tornare sul problema.
Detto ciò, temo non sarà necessario che il Presidente prenda visione di queste righe.
Ha voluto a imperitura memoria di sè nonchè quale lancio della "Gens Berlusconiana" la famigerata tomba in stile gozeriano; se non disporrà anche in merito ad un premio Berlusconi per la Libertà mi sentirò autorizzato a sbandierare almeno la palese incapacità dei suoi consiglieri.
Non è gozeriano, è assiro-milanese.
RispondiEliminaAh, verissimo. L'avevo dimenticato, ecco come si chiamava lo stile di quella... cosa.
RispondiEliminaThank you for taking the time to share this with us
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