martedì 30 marzo 2010

Così va il mondo

Villa San Martino
Villa San Martino
“So che ha scritto indiscriminatamente agli elettori del Lazio, ma tengo a precisare che combatto contro di lei fin dal 1974, denunciando il furto perpetrato ai danni di mia cognata Annamaria Casati Stampa di Soncino, per le modalità dell’acquisto della Villa di Arcore e dei terreni di Milano 2”.
Lamentela della signora Beatrice Rangoni Machiavelli contro Silvio Berlusconi, che le ha spedito una missiva elettorale per invitarla a votare i candidati del Popolo della Libertà. Il “furto” è più esattamente una truffa, che fu progettata dal nostro presidente del consiglio ai danni della giovane Casati Stampa, orfana di entrambi i genitori ed erede di Villa San Martino di Arcore, cui i periti dell’epoca davano un valore di un miliardo e settecento milioni di lire. La Casati Stampa, mentre era in Brasile, fu convinta dal suo avvocato a:
  • vendere la villa a Silvio Berlusconi per soli cinquecento milioni;
  • accettare in pagamento, invece che denaro, un pacchetto di azioni di una società non quotata, cioè pezzi di carta che il nostro presidente del consiglio fece stampare per l’occasione.
Quando la giovane ereditiera tentò di monetizzare il pacchetto non trovò acquirenti. Alla fine accettò che Silvio Berlusconi stesso ricomprasse le azioni per duecentocinquanta milioni.
L’avvocato della Casati Stampa era Cesare Previti.
I fatti sono narrati, per esempio, in Berlusconi. Gli affari del Presidente, di Giovanni Ruggeri (Kaos editore, 1994, pp. 79-90), che ha retto a una causa intentata dal nostro presidente del consiglio (vinta dall’autore).
Nella lettera, scritta pochi giorni fa, la Rangoni Machiavelli dichiara che purtroppo Silvio Berlusconi non ha perso il vizio di corrompere, truffare e prevaricare. “Attendo con ansia e speranza i risultati elettorali”, conclude.

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